Bambini con doppia eccezionalità: plusdotazione e BES, DSA, ADHD e autismo
Si parla di doppia eccezionalità quando, nello stesso bambino o ragazzo, abbiamo la compresenza di una plusdotazione cognitiva e di un disturbo del neurosviluppo (coma l'ADHD o l'autismo) oppure di un disturbo dell'apprendimento (un DSA).
Secondo la celebre interpretazione di Baum (2017), l'individuo "2e" (due volte eccezionale) non può essere considerato nè esclusivamente per la sua giftedness nè esclusivamente per il suo disturbo. La sua peculiarità è nel mescolamento e nell'interazione dinamica di entrambi gli aspetti che lo caratterizzano.
Scrive Baum che se la plusdotazione fosse il blu e il disturbo fosse il giallo, non sarebbe giusto guardare né al blu né al giallo, mentre occorrerebbe guardare solo al verde - la somma dei due colori. Questo perché se si tenesse in considerazione solo la plusdotazione o solo il disturbo, non si avrebbe una visione completa del bambino ma si tenderebbe a guardare solo una delle sue sfaccettature.
Tuttavia, proprio per questa complessità intrinseca, i bambini con doppia eccezionalità rischiano di essere il gruppo di giovani meno considerato dal sistema educativo, e anche più difficile da inquadrare e diagnosticare.
Diagnosticare la doppia eccezionalità: il masking effect
La doppia eccezionalità pone ai professionisti, alla scuola e alle famiglie delle sfide importanti fin dalla fase del suo riconoscimento. La diagnosi, infatti, può risultare molto complessa, perché la compresenza di tratti legati alla plusdotazione e di tratti legati a un disturbo dell'apprendimento o del neurosviluppo tendono a rendere di più difficile interpretazione tutti i test somministrati, nonché l'osservazione.
In taluni casi si parla anche di Masking Effect, ovvero della possibilità che il disturbo mascheri la plusdotazione o viceversa.
Bisogna poi tenere in considerazione che alcuni bambini riescono a compensare le loro difficoltà proprio grazie al cognitivo molto elevato. Altri, invece, non mettono in luce tutto il loro potenziale cognitivo a causa delle difficoltà che hanno con scrittura, lettura e calcolo o con funzioni esecutive e abilità sociali.
Per questi motivi, nel percorso di diagnosi occorre leggere i risultati dei test sapendo di avere davanti un possibile caso di doppia eccezionalità. Occorre pertanto fornire un'interpretazione anche qualitativa del dato quantitativo e fare affidamento sulle informazioni provenienti dall'osservazione degli specialisti e dall'esperienza riportata da famiglia e insegnanti del bambino.
Doppia eccezionalità e ADHD
Bambini vivaci, velocissimi nel pensiero, arguti, abilissimi nel calcolo, con competenze linguistiche spesso molto superiori alla media. Ma anche irrequieti, impulsivi, i loro ragionamenti sono così accelerati e intuitivi che non sempre riescono a concretizzarsi in azioni, e il motore gira e gira a vuoto finché non fonde!
Sembra essere questo il profilo tipico dei bambini ADHD e gifted. In presenza di un cognitivo così elevato, le classiche caratteristiche del disturbo di iperattività e attenzione sembrano amplificarsi ancora di più, rendendo il bambino ancora più desideroso di stimoli intellettuali, ma al contempo meno capace di concentrarsi sulle consegne, sui tempi, sull'organizzazione del lavoro e tutte quelle attività che si basano principalmente su funzioni esecutive e memoria di lavoro.
Doppia eccezionalità e autismo
Nel caso dell'autismo, le capacità cognitive elevatissime non riescono a compensare alcuni tratti di rigidità del pensiero tipici dell'autismo, né le difficoltà relazionali che contraddistinguono chi presenta questa neurodiversità. Un altro aspetto che riguarda spesso i bambini doppiamente eccezionali che si trovano nello spettro autistico è la forte predisposizione a sviluppare interessi assorbenti e monotematici. In questo caso, perciò, il bambino tende a interessarsi in maniera molto approfondita un singolo argomento, lasciandosene assorbire completamente. Questa caratteristica può portare il bambino a isolarsi ancora di più e a percepirsi come ancora più distante dai suoi coetanei, acuendo le difficoltà relazionali già presenti.
Doppia eccezionalità e DSA o BES
L'aspetto apparentemente paradossale di chi ha, da un lato, una plusdotazione e, dall'altro, un DSA o un BES, è che l'effetto maschera tende a mettere in ombra una delle due caratteristiche e a far apparire questi ragazzi come discontinui negli studi, svogliati, poco affezionati alla scuola, poco interessati ad apprendere, e tutto questo nonostante un cognitivo superiore alla media.
Il classico caso del bambino che "è intelligente ma non si applica" nasconde in realtà una difficoltà, che può trasformarsi nel tempo persino in rifiuto da parte degli alunni dell'esperienza di apprendimento, con il rischio di abbandono precoce degli studi.
Linee guida doppia eccezionalità
Per la diagnosi e la presa in carico di bambini con doppia eccezionalità, occorre considerare la loro peculiarità ed effettuare - come già detto - una valutazione ad ampio spettro di tutte le loro caratteristiche. Le linee guida sulla doppia eccezionalità suggeriscono ormai di effettuare un'analisi non solo quantitativa dei risultati dei test somministrati, e di tenere a mente che alcuni valori numerici potrebbero risultare fuorivianti perché "mascherati" dalla plusdotazione o dalla presenza di un qualche tipo di dsa o di disturbo del neurosviluppo. Appare quindi ancora più cruciale affiancare al risultato del test anche il risultato dell'osservazione del bambino nei diversi contesti in cui egli vive le proprie esperienze.
Ma anche dopo l'eventuale diagnosi, la presa in carico del bambino "2e" non può prescindere dal tenere in considerazione proprio la sua doppia eccezionalità. Le linee guida suggeriscono perciò di rispettare la particolare "fisionomia" del bambino, creando ad esempio un ambiente per lui sicuro, che non avanzi richieste eccessive in modo da non alimentare ansia e frustrazione, ma al tempo stesso che fornusca stimoli adeguati al suo livello cognitivo.
Sarebbe opportuno aiutarlo a sperimentarsi sia nelle attività che gli riescono meglio e nei suoi talenti, ma anche in quelle che per lui costituiscono un limite, così che possa apprendere a tollerare la frustrazione di un possibile "fallimento".
Al tempo stesso non ha senso concentrarsi sulla ricerca di una soluzione per le sue "lacune" (o disabilità, che dir si voglia), perché tutte le ricerche mostrano come sia molto più efficace un approccio che tenda invece a potenziare gli aspetti di forza. Piuttosto che nel ruolo del "costruttore", il terapista dovrebbe svolgere il ruolo del "giardiniere", ovvero di colui che fa emergere la bellezza senza aggiungere delle sovrastrutture.
La doppia eccezionalità a scuola
Anche sul fronte della didattica, la doppia eccezionalità pone numerose sfide agli insegnanti, che se vogliono raggiungere l'obiettivo di una didattica realmente inclusiva devono riuscire a riconoscere/conoscere la doppia eccezionalità, cercando di superare il pregiudizio per cui il bambino plusdotato non avrebbe bisogno di nessun tipo di supporto perché "tanto è intelligente".
In realtà, anche la plusdotazione in sé può essere considerata un BES (Bisogno Educativo Speciale) e richiedere l'introduzione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) per l'allievo. Quando alla plusdotazione va ad aggiungersi un'altra eccezionalità (DSA, autismo, ADHD o altro), l'attenzione a queste peculiarità deve essere ancora maggiore.
Pdp e doppia eccezionalità
Nel caso in cui l'alunno avesse bisogno di un Piano Didattico Personalizzato, occorrerebbe valutare il punto d'incontro tra il bisogno di stimoli adeguati alla plusdotazione e l'attuazione delle misure dispensative e degli strumenti compensativi utili a favorire il percorso di studi del bambino.
Solo un Team docenti (o un Consiglio di classe, nel caso di ragazzi cresciuti) attento e che conosca realmente il proprio alunno riuscirà a creare un percorso ad hoc realmente adatto a lui. Di estrema utilità sarà anche il dialogo con i terapisti del bambino, che potranno offrire preziosi strumenti di comprensione e lettura delle sue peculiarità.
Come sempre, una buona capacità di dialogo tra caregiver, terapisti e insegnanti è lo sfondo necessario per un percorso di crescita armonioso, completo e che metta in risalto tutti i punti di forza del bambino.
Percorsi Evolutivi per i bambini con doppia eccezionalità
Il nostro Centro con sede a Roma offre dei percorsi specifici per bambini e ragazzi con doppia eccezionalità. Dalla diagnosi ai laboratori didattici per il potenziamento degli apprendimenti, passando per i percorsi di sostegno alla genitorialità, il nostro Staff specializzato può farsi carico di bambini "2e" e delle loro famiglie. Per maggiori informazioni contattateci compilando il seguente form.
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